È una Domenica di Febbraio affollata come tante in piazza Mercanti a Milano. Gente che passa, le risate dei bambini, ragazzi e ragazze che scherzano tenendosi per mano. Il sole fa capolino da dietro le guglie del Duomo. Fa freddo, freddissimo, ma forse anche questo serve a scuotere le coscienze di chi passa e si ferma ad ascoltare.
In realtà oggi è un giorno triste, ma non per tutti, certamente per tutta la comunità dei russi liberi che vive a Milano e dintorni, perché è la giornata del ricordo di un anniversario importante, è un tributo più che altro, ad uno degli uomini, che negli ultimi anni ha influenzato la politica interna russa, insieme a quella occidentale, un uomo che ha incarnato al meglio la lotta contro il potere e la dittatura.
Aleksej Navalny era un uomo brillante, gentile, ironico, con il sorriso sulle labbra, pronto ad accogliere chiunque avesse voglia di ascoltarlo, unico oppositore del regime di Putin.
Navalny non era un politico di professione, ma un creativo con tante idee sulla nuova società che voleva fondare.
Una società diversa, libera dalla corruzione dell’apparato statale russo, libera dal dittatore Putin, una vera democrazia, per la quale ha combattuto ed è morto.
Aleksey aveva anche un grande carisma ed era in grado di farsi ascoltare da tutti gli strati della popolazione.
Si era persino inventato un canale televisivo indipendente su Youtube pur di raggiungere il suo pubblico. Piano piano è cresciuto fino ad avere uno staff ed un seguito di migliaia di persone che insieme a lui protestavano chiedendo maggiore libertà, democrazia ed il voto libero.
Un avversario duro da abbattere per Putin, fino ad un anno fa.
Prima un tentativo di avvelenamento, poi salvato in extremis, dopo qualche mese Navalny decide di rientrare in patria, dove verrà incarcerato e morirà.
Un uomo coraggioso che ha sfidato il suo destino, anzi ha determinato il suo destino.
Ad un anno dalla morte domenica scorsa lo abbiamo ricordato con tristezza ma con molta fierezza la figura di Aleksey Navalny, l’uomo ha rappresentato una speranza di cambiamento per milioni di russi in patria, ma anche per quelli sparsi in tutto il mondo e nessuno lo ha dimenticato.
Navalny è morto a 47 anni, il 16 Febbraio 2024 in un Gulag al Circolo Polare Artico dove stava scontando vent’anni di carcere.
Oggi soltanto per lui mazzi di fiori in piazza Mercanti a Milano ed il ricordo di tanti cittadini.