Altri tre corpi recuperati oggi nella tragedia avvenuta nel naufragio del caicco avvenuto a largo del litorale di “Steccato di Cutro, nel Crotonese: l’imbarcazione, non reggendo alla forza del mare, particolarmente mosso, si è spaccata a poche decine di metri dalla costa, quando l’approdo del viaggio della speranza sembrava ormai a portata di mano. Tra le vittime del naufragio due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi: in totale una ventina i bambini che hanno trovato la morte. Tre presunti scafisti sono stati fermati il numero delle vittime ora sale a quota 62.
Ottanta i superstiti, Un disastro che scuote l’Italia, l’Europa e il mondo.
” L’ennesimo terribile naufragio nel Mediterraneo ha causato la morte di decine di persone in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli” ha detto a Ginevra il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aggiungendo che “finché bande criminali controlleranno le rotte migratorie, le persone continueranno a morire. Abbiamo bisogno di percorsi sicuri, ordinati e legali per migranti e rifugiati. E dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire la perdita di vite umane fornendo ricerca, soccorso e assistenza medica, come imperativo umanitario e come obbligo morale e legale”. Ieri aveva fatto sentire la sua voce, via Twitter, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen: “Sono profondamente addolorato per il terribile naufragio al largo della Calabria.
La conseguente perdita di vite umane di migranti innocenti è una tragedia. Tutti insieme dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi sul Patto su migrazione e asilo e sul Piano d’azione per il Mediterraneo centrale”. Anche la Chiesa ha levato alta la sua voce: “Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità – sottolinea il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi – Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero. Occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe. L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza”.
Appena eletta, la neo segretaria del Pd Elly Schlein ha sottolineato come questa tragedia “pesi sulle coscienze” del governo. Il premier Giorgia Meloni, dal canto suo, ha respinto gli attacchi delle opposizioni e ha confermato la linea del governo, esprimendo “il suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. È criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro. Il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione degli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”.