Andrea ”Andy” Gutierrez, seconda generazione dal Perù, ha rinunciato a un lavoro sicuro per dare vita insieme alla socia Paola a un’oasi di felicità per i cagnolini e… per i loro padroni nel cuore di Milano. E il 4 maggio ha riaperto…
Il fatidico 4 maggio 2020, giorno della riapertura dell’Italia dopo un lockdown di oltre 70 giorni causa COVID 19, alla porta dell’Asilo Let’s dog! Si sono presentati 3 clienti sotto forma di cane, accompagnati dai loro padroni, pronti a ricominciare la loro intensa attività di training e di gioco.
Ad attenderli a braccia aperte c’era la loro istruttrice Andy, ansiosa di passare dai tutorial sulle “stories” di Instagram e Facebook con cui li aveva seguiti per tutta la quarantena, finalmente ai giochi di fiuto, al training, alle socializzazione con il branco. A due passi dalla fermata della metro Bande Nere, l’asilo poteva finalmente ricominciare a offrire ai i suoi pelosi ospiti veri e propri percorsi di mantenimento sia fisico che mentale permettendo agli umani di vivere in pace con i loro cuccioloni esausti e felici non solo il giorno della visita presso il centro, ma per vari giorni successivi, tra le mura di casa.
Da autotrasportatore ad addestratrice per cani
A far nascere Let’s dog! nel giugno del 2019 ci hanno pensato due ragazze che fino a quel momento avevano fatto tutt’altro: Paola Venturino lavorava in uno studio come avvocato, Andrea Gutierrez faceva l’autotrasportatore. In comune avevano due cose, l’amore per i cani e un bel po’ di coraggio e ora ne hanno una in più: sono entrambe addestratrici cinofile certificate ENCI.
“Ai tempi guidavo il furgone dell’azienda di autotrasporti della mia famiglia – racconta Andy, nata in Peru alla fine del 1987 e arrivata in Italia a 4 anni al seguito di papà Victor e di mamma Sara – lavoravo sodo, siamo una famiglia di imprenditori, ma volevo fare altro. Ho sempre sentito di avere una grande vocazione per assistere le persone bisognose di cure e quindi dopo il liceo scientifico mi sono iscritta a scienze infermieristiche, senza completare il corso”.
Per non farsi mancare nulla, istruttrice di karatè nel tempo libero
In più, dall’età di 14 anni frequento una palestra di arti marziali gestita dall’associazione sportiva dilettantistica La Comune (di cui parleremo prossimamente su Milano Etno TV n.d.r). Insomma nella mia vita pensavo per me un lavoro in cui imi potessi “prendere cura”. Solo che in ditta c’era bisogno di gente fidata, una della famiglia, e la vita di Andrea prese un’altra direzione. “Lavoravo a notte fonda perché portavo i giornali alle edicole e i pasti alle mense – continua Andy – era una vita dura ma il duro lavoro non mi ha mai spaventata. Mi dava ansia invece il fatto che stessi arrivando ai 30 anni e ancora non avessi trovato la mia strada”. E’ stato lì che, interrogando se stessa, ispirata dalla sua vocazione di “prendersi cura” e dalla nuova consapevolezza derivata dai tanti anni di insegnamento in palestra, la certezza di saper addestrare, che Andrea ha tirato fuori il il suo sogno nel cassetto a cui non aveva mai fino ad allora osato pensare come ad un lavoro: diventare addestratrice di cani.
Un paradiso per cani e padroni, nel cuore di Milano
“Mi sono iscritta ad un corso dell’ENCI continuando a lavorare in ditta, finalmente convinta di essere nel posto giusto”. Alla scuola Andrea incontra Paola che ha un progetto segreto, una bellissima idea. Dopo pochi mesi, è nato l’Asilo Let’s Dog!”. Questa specie di paradiso canino può contare sia su zone di socializzazione e di gioco interattivo sia di 6 grandi recinti dove turnano i cani che non vanno d’accordo con gli altri nonché di attrezzi come lo scivolo, il tunnel e di speciali “puppy class” in modo che ogni giorno passato all’asilo aggiunga qualcosa di formativo al bagaglio di esperienze dell’ospite. Per questo appena terminato il lockdown, si sono presentati puntuali i “clienti” fedeli e il terzo giorno di apertura è arrivato anche un cagnolino nuovo. “Questa ripartenza è una grande prova – conclude Andy – ma sapremo affrontarla con energia e l’ottimismo che ci hanno permesso di fare il grande salto un anno fa. Io sono fortunata perché ho avuto sempre una famiglia che mi ha sostenuto. E’ stata la mia rete di sicurezza.
Una rete di sicurezza per affrontare le grandi scelte
Ecco se dovessi dire alle ragazze e ai ragazzi che hanno un sogno da realizzare cosa serve oltre al coraggio direi che serve questo, una rete di sicurezza, che non deve essere per forza la famiglia. Per chi non ha una famiglia che li sostiene, e questo era frequente tra i bambini del quartiere dove sono cresciuta, la rete di sicurezza può essere rappresentata da un gruppo ristretto di amici, un punto di riferimento fidato con cui condividere le idee. Un “qualcuno” nel mondo che sappia ispirarti speranza. Io sono fortunata perché questa persona ce l’ho in casa.
Una storia nella storia: papà Victor e mamma Sara
Mio padre è arrivato dal Perù come migrante all’inizio degli anni ’90 e dopo dieci anni di lavoro dipendente è riuscito a creare una ditta per conto suo, con tanta fatica. Un mese dopo l’apertura gli hanno rubato il furgone per fare le consegne, un evento che avrebbe bloccato chiunque. E invece mia madre gli ha dato il coraggio e la fiducia di comperarne un altro. Non so se ce l’avremmo fatta senza l’energia e la positività di mia mamma Sara. E’ lei quella che mi ha insegnato ad avere speranza nella vita e, in definitiva, la mia grande ispiratrice”.