Sul tremendo fatto di cronaca avvenuto mercoledì scorso alla periferia di Roma, dove quattro ragazzi a bordo di una Maserati Suv hanno investito un’altra auto con una mamma e due figli provocando la morte di un bambino di cinque anni, e stato fatto un profilo di ciò che e successo e può succedere in questi anni dove i social la fanno da padroni . Il tutto gestito dalla Sipf che rappresenta infatti la categoria che studia i risvolti medico-legali e le problematiche forensi che si affrontano in ambito penale e civile con soggetti affetti da patologie psichiche.
Queste valutazioni servono a stabilire le condizioni mentali di un soggetto in riferimento a un particolare reato e a un preciso momento del corso giudiziario.
Ecco l’analisi la valutazione e cio che deve essere sempre ben chiaro prima di farsi coinvolgere troppo da questa “Cyber malattia”
“Il limite di un gioco si pone quando le azioni intraprese vanno oltre il confine della sicurezza e dell’incolumità propria e altrui. Da sempre i giovani commettono delle imprudenze e si mettono in situazioni rischiose per la propria e l’altrui incolumità.”
“La presenza diffusa di comportamenti rischiosi sui social media, porta anche all’effetto di normalizzazione, dove tali azioni appaiono più accettabili o normali a causa della loro esposizione frequente. Ciò può influenzare la percezione delle persone sulla gravità o sulle conseguenze di determinati comportamenti pericolosi, favorendo una maggiore tolleranza o partecipazione”.
“L’uso di droghe o le corse spericolate in auto già viste e riviste sui social, si confondono con la realtà della vita e inducono i ragazzi ad aumentare il livello di rischio favorendo purtroppo incidenti anche mortali. Sarebbe opportuno postare anche gli esiti funesti di queste “bravate” in modo che almeno rendano più consapevoli del rischio mortale questi ragazzi”.