La visita a Lampedusa della commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson “conferma l’impegno della Commissione per dare risposte efficaci alla gestione delle sfide migratorie.
La solidarietà dell’Ue è fondamentale per affrontare questioni così complesse.
All’indomani del Consiglio europeo che ha registrato il no di Polonia e Ungheria al meccanismo di ricollocamento tra Paesi – i cosiddetti movimenti secondari – la commissaria Johansson visita l’hotspot gestito da qualche mese dalla Croce Rossa e giunto stamattina ad ospitare 430 persone.
Lo fa insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al quale assicura “l’impegno della Commissione” e poi sottolinea: “Abbiamo raggiunto un grande risultato che è quella della solidarietà resa obbligatoria dalla legge che abbiamo varato e quindi dà alla Commissione uno strumento nuovo. Se qualche Paese non si adopera nei ricollocamenti deve pagare, non soltanto ai Paesi che sono sottopressione ma anche ai Paesi terzi”.
E poi Johansson sposa la linea italiana che riguarda soprattutto i movimenti primari, vale a dire la gestione dei flussi dall’esterno: “C’è bisogno di lavorare insieme ai Paesi di origine e di transito” dice, riconoscendo che le sue parole sono in realtà quello del governo italiano: “Questo è un messaggio che il ministro Piantedosi ci ha dato fin dal primo giorno in cui ha assunto la sua carica. Bisogna lavorare per una politica dell’Unione Europea, facendolo con Paesi di origine e di transito perché l’immigrazione ci sarà sempre, ma bisogna arrivare al punto di gestirla insieme a quei Paesi che sono l’origine di questi flussi migratori. Insieme a loro dobbiamo combattere i trafficanti di essere umani. Dobbiamo investire di più per migliorare le condizioni in questi Paesi”.