Il cataclisma in Turchia è scoppiato alle 2,17 della notte ora italiana appena trascorsa, una scossa di magnitudo 7,9 si abbatte nel sud del paese anatolico.
Ma non si ferma qui subito dopo ne seguono altre sette, tutte comprese tra magnitudo 4,7 e magnitudo 5,6. La situazione appare immediatamente disastrosa: la zona colpita è densamente abitata e sono decine i palazzi crollati.
Un bilancio aggiornato del sisma parla di almeno 1.388 vittime. In Siria sono morte almeno 476 persone, di cui 326 per lo più nelle regioni di Aleppo, Hama, Latakia e Tartus, secondo l’agenzia di stampa statale siriana, che parla anche di 1.042 feriti accertati.
Di coloro che hanno perso la vita, almeno 139 erano a Latakia, ha detto il governatore della regione alla TV di stato siriana. Si altri 150 morti e 350 feriti sono stati segnalati dai “Caschi bianchi” della protezione civile. In Turchia, almeno 912 persone sono morte e 5.385 sono rimaste ferite, ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan in un discorso televisivo.
Data la sua violenza, il sisma è stato avvertito da milioni di persone anche in Siria, Libano, Israele. In Siria le vittime sono al momento segnalate nelle regioni di Aleppo, Latakia, Hama e Tartus. In Italia è scattata l’allerta tsunami, ma in breve è stata fortunatamente ridimensionata anche se resta alta l’attenzione su Sicilia, Calabria, Puglia, Marche e Abruzzo.
“Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni segue costantemente, aggiornata dal Dipartimento della Protezione Civile, gli sviluppi del devastante terremoto che ha colpito la Turchia, al confine con la Siria. Esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione Civile italiana ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso”. Così una nota di Palazzo Chigi.