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DAK’ART AL C.I.Q. DI MILANO CON LA PIECE TEATRALE “SOLIDARETE’”.

DAK’ART, la Biennale d’Arte di Dakar, arriva a Milano con pittura, scultura, fotografia/video arte, teatro/teatro danza, moda e poesia

“Solidaritè”  è il titolo della pièce teatrale  andata in scena  sabato 9 novembre al CIQ di via Fabio Massimo 19  nell’ambito di DAK’ ART OFF MILANO., manifestazione collegata alla prestigiosa Biennale d’Arte di Dakar, uno degli eventi culturali più rilevanti e storici dell’Africa occidentale, arrivata a Milano in Zona 4. Articolata in sei sezioni: pittura, scultura, fotografia/video arte, teatro/teatro danza, moda e poesia la rassegna è stata ideata e organizzata da Ibrahima Mbengue, Laura Pietrosanti, Ize Fall, Sara Kamsu, Antonella Rizzo che con la loro proposta hanno inteso trasformare la città di Milano in  un laboratorio creativo a cielo aperto, un villaggio delle Arti. Mostre, laboratori, conversazioni, performance  che vedranno la partecipazione di artisti locali e internazionali, chiamati a creare un’opera collettiva unica, intitolata The WAKE, LA VEGLIA. Il 9 novembre, sul palcoscenico del CIQ,   una della tre location in cui si sviluppa la manifestazione insieme al Apres-coup Bistrò e al CIPA5 ,  l’attore e griot Aliou Dianka,  alias Sylla Mougneul, affiancato dal musicista e attore Moussa Gningue  e dalla danzatrice, cantante e attrice Khar Mbaye,  ha offerto al pubblico del CIQ una riflessione in forma drammatica sul vissuto della diaspora senegalese che,  sotto l’influenza della cultura del paese  di accoglienza,  rischia di allontanarsi dai valori  della cultura di provenienza. Valori rievocati da Sylla Mougneul tramite la storia della danza “dudumbà” ,  insieme strumentale e folkloristico del regno del giovane principe Imurabba, divenuta danza di guerra e passata alla storia  nel 1898 nella città di Sikasso in Mali,  quando i guerrieri del principe a tale  danza propiziatoria  ricorsero per trovare il coraggio di combattere contro le truppe coloniali e della Guinea.  Proprio la nuova prospettiva acquisita con il contatto con la cultura straniera –  ha commentato il griot al termine della pièce – consente di guardare con occhi nuovi e apprezzare la cultura delle proprie radici africane,   il cui valore principale è la solidarietà,

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