Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura sta preparando una riforma del settore dell’editoria. “Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni. Così se la collega Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore. Per non dire del vizio di estrapolare qualche parola dal contesto — com’è successo al ministro Lollobrigida sulla sostituzione etnica — per menare scandalo”.
Mollicone entra nei particolari spiegando che “è in corso la discussione sul testo unico della radiotelevisione per la regolamentazione dei media, nel quale affronteremo la questione delle piattaforme digitali.
Il fatto è che la stampa è in crisi e per incrementare l’audience fa spesso wild social, social selvaggio, per cui sui portali dei maggiori quotidiani che dovrebbero essere fonti autorevoli si trovano contenuti spesso farlocchi quando non smaccatamente pubblicitari”. E aggiunge: “bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori. Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news. Serve una seria riforma dell’editoria, che è quella su cui ci stiamo applicando per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni”.
L’annuncio di questa riforma ha scatenato la reazione delle opposizioni. Per gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato “l’ultima trovata di Fratelli d’Italia per provare a controllare l’informazione, è sbagliata nelle premesse e negli obiettivi.
Una cosa è combattere seriamente il fenomeno della disinformazione e delle fake news, altra cosa è partire dal presupposto che ci sia un disegno volto a “criminalizzare la destra”, come dice Mollicone, per giustificare un intervento sull’editoria e sulla stampa.