Il glifosato è il diserbante più usato al mondo e si trova regolarmente a bassi livelli in alimenti, acqua, campioni umani e molte altre matrici.
Mentre il Parlamento europeo respinge una mozione che chiedeva alla Commissione europea di ritirare la propria proposta di ri-autorizzazione del pesticida per ulteriori 10 anni, viene presentato il Global Glyphosate Study, lo studio tossicologico e sperimentale più completo mai realizzato sul glifosato e sugli erbicidi a base di glifosato come su qualsiasi pesticida.
Una ricerca – realizzata da università italiane, europee, statunitensi e sudamericane – considerata di importanza simile a quella sul tabacco e sull’amianto, che hanno fatto luce sui possibili danni causati da tali sostanze. Lo studio – i cui primi dati saranno presentati alla conferenza scientifica internazionale “Ambiente, lavoro e salute nel XXI secolo: Strategie e soluzioni per una crisi globale” che si tiene oggi a Bologna – copre gli effetti del glifosato su molteplici endpoint importanti per la salute pubblica tra i quali la cancerogenicità, la neurotossicità, gli effetti multigenerazionali, la tossicità per gli organi, l’alterazione del sistema endocrino e la tossicità dello sviluppo prenatale. Sono stati segnalati effetti sul microbioma anche a dosi attualmente considerate sicure nell’Unione europea.I
Una delle caratteristiche fondamentali di questo studio è quella di essere basato su una collaborazione internazionale di enti autorevoli ed indipendenti, con il coinvolgimento di università europee, statunitensi e sudamericane, il che dà ulteriore peso ai risultati.