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RATE MUTUI SEMPRE PIU DIFFICOLTA PER PAGARE

Il costo del denaro al 4,5% provoca il credit crunch: sono crollati, infatti, di oltre 57 miliardi di euro, in un anno, i prestiti delle banche a imprese e famiglie. Da agosto 2022 ad agosto 2023, lo stock di crediti concessi al settore privato è passato da 1.355 miliardi a 1.297 miliardi, con una discesa superiore al 4%. Nel frattempo, complice il rallentamento della crescita economica e, soprattutto, il rialzo dei tassi d’interesse imposto dalla Banca centrale europea, è tornato a crescere l’ammontare delle sofferenze che ad agosto scorso, dopo un lungo periodo di tendenza in diminuzione, sono arrivate a sfiorare quota 18 miliardi di euro, in aumento di 1,6 miliardi su base annua e in salita nei primi otto mesi del 2023 di quasi 4 miliardi.

È quanto emerge dal rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale lo stock degli impieghi delle banche verso le imprese e le famiglie è calato, al netto delle cartolarizzazioni, del 4,24%, dai 1.354,9 miliardi di agosto 2022 ai 1.297,5 miliardi di agosto 2023. «Sullo scenario del credito bancario si è addensata la nube, molto fosca, della politica monetaria della Banca centrale europea.

È un problema serissimo del quale deve farsi carico il governo, ci avevano provato con la tassa sugli extra profitti a carico delle banche, ma non c’è stata la forza di reggere e il passo indietro, purtroppo, è stato clamoroso. Peccato, sarebbe stata l’occasione per assetare un colpo al settore, più politico che economico» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.

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