“Sono tutti invitati, occorre applicare l’atteggiamento pastorale più opportuno per ciascuno. Non bisogna essere superficiali e ingenui, obbligando le persone a cose e comportamenti per i quali non sono ancora maturi, o non sono capaci.
Per accompagnare spiritualmente e pastoralmente le persone ci vuole molta sensibilità e creatività. Ma tutti, tutti, tutti, sono chiamati a vivere nella Chiesa: non dimenticatelo mai”.
Sono queste le parole di Papa Francesco, tornando sul tema del rapporto tra la Chiesa e le persone omosessuali e transessuali. L’appello lanciato e rilanciato lungo tutta la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona ad una Chiesa accogliente dove ci sia posto per “tutti, tutti, tutti”, incluse anche le persone omosessuali e transessuali, Francesco l’ha ribadito e approfondito nella conversazione con i gesuiti del Portogallo.
“Ma quello che a me non piace affatto, in generale, è che si guardi al cosiddetto ‘peccato della carne’ con la lente d’ingrandimento, così come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento. Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava, e invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola”. Il pontefice ricorda il suo incontro con un gruppo di persone transgender: “La prima volta che sono venute, piangevano. Io chiedevo loro il perché. Una di queste donne mi ha detto: ‘Non pensavo che il Papa potesse ricevermi!’. Poi, dopo la prima sorpresa, hanno preso l’abitudine di venire. Qualcuna mi scrive, e io le rispondo via mail. Tutti sono invitati! Mi sono reso conto che queste persone si sentono rifiutate, ed è davvero dura”. Anche le tensioni all’interno della Chiesa sono state oggetto della conversazione: “A mettere in discussione il Vaticano II senza nominarlo sono in tanti” ammette il pontefice parlando di “resistenze” e “attitudini reazionarie” e sostenendo: “La visione della dottrina della Chiesa come un monolite è errata. Ma alcuni si chiamano fuori, vanno all’indietro, sono quelli che io chiamo ‘indietristi’. Quando te ne vai all’indietro, formi qualcosa di chiuso, sconnesso dalle radici della Chiesa e perdi la linfa della rivelazione”.