Circa 11,2 milioni di bambini sono nati nel luglio 2023, che si stima essere il mese più caldo mai registrato sulla terra.
In parallelo, la crisi climatica minaccia di annullare decenni di progressi nei diritti e nel benessere dei minori, compresa la lotta alla fame. Lo ha reso noto Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Anche le donne incinte sono più vulnerabili durante le ondate di calore: l’esposizione alle alte temperature, anche nelle prime fasi della gravidanza, è associata a parti prematuri e a mortalità perinatale.
Per questi motivi l’Organizzazione ha esortato i leader mondiali ad agire immediatamente per fare tutto il possibile per contenere il riscaldamento delle temperature a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, al fine di limitare l’impatto di pericolosi eventi meteorologici estremi sulla vita dei bambini e delle bambine.
Ma non solo bambini e donne sono a rischi con questo impatto climatico, ma anche i ghiacciai antartici, proprio in questi periodi hanno raggiunto livelli minimi mai registrati prima.
Una ricerca di Save the Children, pubblicata in collaborazione con la Vrije Universiteit Brussel, ha rilevato che le bambine e i bambini dovranno affrontare, in media, un numero di ondate di calore sette volte superiore, un numero doppio di incendi selvaggi e un numero triplo di perdite di raccolti rispetto ai loro nonni, in base agli impegni iniziali di riduzione delle emissioni definiti nell’Accordo di Parigi.
Un futuro che risponda ai loro diritti, alle loro esigenze, alla loro salute e alla loro sicurezza sembra sempre più irraggiungibile” “Ma abbiamo ancora una piccola finestra di tempo. Con la giusta ambizione e decisione da parte dei leader per eliminare rapidamente l’uso e i sussidi ai ai combustibili fossili e frenare il riscaldamento delle temperature, possiamo agire per rendere il mondo più sicuro per i bambini e le bambine ” ha dichiarato Kelley Toole.