ATTUALITA'

FREQUENTARE LA MONTAGNA E SALUTE MENTALE E FISICA

Vacanze in montagna per migliorare il proprio benessere fisico e mentale.

Passeggiare nel verde migliora l’umore, l’immersione nella natura e nel silenzio riduce lo stress grazie ai ritmi lenti rispetto alla vita di città. L’attività in altitudine, all’aria aperta, migliora anche l’assorbimento di vitamina D, poiché c’è una temperatura fresca, adatta all’esposizione prolungata al sole, indispensabile per l’attivazione della vitamina D.

“È opportuno seguire, le comuni norme di prudenza da tenere in vacanza in un nuovo ambiente naturale con un “microclima” fisico diverso e distante dal “nido” psichico della propria abitazione. Perciò sono necessarie alcune semplici precauzioni: prima fra tutte l’acclimatamento progressivo, con soste a quote più basse, in particolare per chi soffre di emicrania con aura e un approccio graduale al nuovo ambiente in chi soffre d’ansia e depressione”, afferma la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, “Per il resto, sono poche le controindicazioni specifiche della montagna che com’è noto, giova anche in alcune forme di allergia respiratoria, poiché sopra gli 800 metri sul mare, l’ambiente è poco ospitale per gli acari e alcuni allergeni. Inoltre, è utile per la riabilitazione psicofisica “in quota” dopo traumi fisici e per la convalescenza in generale”.

Ogni anno, purtroppo, si contano ancora diversi incidenti in montagna. Più di 10mila in un anno, secondo i dati del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico il 2019 le attività di soccorso rispetto 2018, sono passate da 9.554 a 10.234 interventi (+7,1%), dopo un decremento nel 2021 sono tornate a valori critici nel 2022 con 10367 missioni di soccorso, con un incremento del 9,8% rispetto al 2021, superando i numeri pre-pandemici.

Man mano che il turismo montano aumenta crescono anche i rischi che soprattutto i neofiti corrono, per la mancanza di conoscenza di alcune norme essenziali di sicurezza e per la scarsa esperienza delle regole e della vita in montagna.

Andare in montagna anche ad alta quota è di grande beneficio per gli atleti, in quanto favorisce il processo di ossigenazione dell’organismo. Fare escursioni a 2.100-2500 metri  l’allenamento a 1.250 metri o meno, ha dimostrato essere l’approccio ottimale per l’allenamento in quota. L’acclimatazione aumenta la tolleranza dell’ipossia e dello stress termico dovuti all’altitudine. Una permanenza di 10-15 giorni, stimola la produzione di globuli rossi ed emoglobina, e incrementa la soglia di tolleranza alla fatica.

non fare nulla non è possibile davanti al suo immenso fascino.

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