ATTUALITA' CRONACA

È MORTO SILVIO BERLUSCONI, UN UOMO CHE HA CAMBIATO PARTE DELLA NOSTRA ITALIA

È morto Silvio Berlusconi, infatti molto difficile riassumere la parabola umana e professionale di un uomo come Berlusconi, il cui nome è associato quasi ad ogni aspetto della vita politica, economica e sociale del nostro paese, da più di 30 anni.

Era ricoverato da alcuni giorni al San Raffaele. Silvio Berlusconi si è spento questa mattina a 86 anni. Era entrato nuovamente in ospedale per accertamenti a causa di alcuni valori preoccupanti. Silvio Berlusconi è stato l’imprenditore e politico Italiano che ha cambiato l’Italia, in prima linea fino all’ultimo.

È stato per quattro volte presidente del Consiglio e conosciuto da tutti anche come Il Cavaliere, avendo ricevuto nel 1977 l’ordine al merito del lavoro, al quale ha rinunciato a seguito di una condanna penale nel 2014. Suo l’impero di Mediaset, è stato il simbolo dell’imprenditoria che ha fortemente segnato al cultura di massa e l’immaginario collettivo italiano ed estero.

Proprietario del Milan, della società di produzione multimediale Mediaset, della Fininvest – con la quale inaugura la stagione delle TV commerciali in Italia negli anni ’80, divenendo un simbolo, con un patrimonio personale stimato a 7,3 miliardi di dollari e divenendo dodicesimo nella lista delle persone più potenti al mondo per il ruolo assunto nel panorama politico italiano.

Nato nel 1936, Berlusconi si laurea in Giurisprudenza all’università statale con una tesi sul “contratto di pubblicità”, ricevendo un premio di 500mila lire dall’agenzia pubblicitaria Manzoni. Nel tempo libero, fa il venditore di spazzole elettriche porta a porta, ma si diletta anche come fotografo ai matrimoni.

Dopo le prime esperienze nel mondo dello spettacolo, diventa agente immobiliare. Quello con il settore edile è un matrimonio molto fortunato. Nel 1961, infatti, fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl, insieme al costruttore Pietro Canali, acquistando il primo terreno in via Alciati, a Milano, per 190 milioni di lire. Tra gli anni ’60 e 70 realizza diversi progetti immobiliari, fino a fondare un intero quartiere, Milano 2, a cui seguono Milano 3 e il centro commerciale il Girasole.

Ma è il mondo della comunicazione e dell’intrattenimento quello che, dalla metà degli anni ’70 decreta il suo vero successo imprenditoriale. Nel 1976, infatti, rileva l’emittente locale lombarda Telemilano. L’anno successivo, per i suoi successi imprenditoriali in campo edilizio, viene nominato Cavaliere del Lavoro dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Da allora, “il Cavaliere” è stato l’inconfondibile epiteto utilizzato da media nazionali e internazionali per identificare la sua figura.

Nel 1978, momento storico, il salto di qualità: Telemilano diventa Canale 5 e, nel 1980, attraverso un complesso sistema di reti locali, aggira le leggi allora vigenti che impedivano la creazione di emittenti televisive su scala nazionale per via del monopolio della RAI, diffondendo il segnale della sua rete in tutto il paese. Le tv, tutte controllate, collegate o legate da accordi stringenti con Fininvest (definiti da Adriano Galliani, che si occupava delle acquisizioni delle emittenti locali) avevano l’obbligo di trasmettere il medesimo programma alla stessa ora, per dare l’illusione della diretta su tutto il territorio nazionale.

Ma e solo l’inizio Nei primi anni ’80, acquista Italia 1 e Rete 4, lanciando la sfida alle tre reti pubbliche della televisione di stato. Nel 1984 i pretori di alcune città italiane oscurano i canali Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. Con un apposito decreto legge, il governo guidato da Bettino Craxi legalizza l’attività della società di Berlusconi e, nel 1990, la cosiddetta legge Mammì rende definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati.

Gli interessi di Berlusconi, negli anni ’90, si espandono anche in campo editoriale, con l’acquisizione della Mondadori, della Giulio Einaudi editore e di altre case editrici minori, diventando il principale editore italiano nel settore di libri e stampa periodica. Nello stesso periodo, diventa anche azionista di riferimento del quotidiano Il Giornale e, tramite Mediaset, controlla la Medusa film, entrando nel mercato della produzione e distribuzione cinematografica.

La sua ascesa si estende rapidamente alla grande distribuzione e allo sport, acquisendo la catena di negozi del gruppo Standa e, nel 1986, con l’acquisizione della squadra di calcio del Milan, di cui resta presidente fino al 2017.
Berlusconi e la sua potenza economica riescono a portare la squadra milanese ai vertici del calcio italiano e mondiale, vincendo 8 campionati nazionali, 5 UEFA, 2 Coppe intercontinentali e svariati altri trofei nazionali e internazionali.

Lo strapotere in campo economico, la popolarità ricevuta dalle vittorie sportive e l’enorme influenza esercitata su tutti i mezzi di comunicazione consentono a Berlusconi di realizzare il suo più grande progetto: l’ascesa nella politica italiana.

Molto legato alla figura di Bettino Craxi, quando si scatena la tempesta dei partiti della Prima Repubblica coinvolti nelle inchieste di Tangentopoli per mano del pool di “Mani Pulite” di Milano, Silvio Berlusconi, nel 1994 decide la sua “discesa in campo” fondando Forza Italia. “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d’imprenditore. Qui ho anche appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”. Sono le celeberrime parole pronunciate in un discorso affidato ad un videomessaggio trasmesso dalle sue reti televisive che fa rapidamente il giro del mondo.

Gli anni che lo vedono protagonista sulla scena politica italiana sono anche quelli in cui Berlusconi è stato coinvolto nelle molteplici vicende giudiziarie che lo hanno accompagnato fino ai suoi ultimi giorni di vita.

La prima, più famosa, comincia con l’invito a comparire che gli viene recapitato il 22 novembre 1994 mentre, da presidente del Consiglio, presiedeva una conferenza internazionale sulla criminalità organizzata a Napoli.

Da allora, i guai con la giustizia si susseguono senza sosta, inaugurando un duello “istituzionale” con la magistratura e i giudici che ormai fa parte della storia recente del nostro paese. Berlusconi ha, infatti, consegnato alla storia vicende “tragicomiche” come quelle di “Ruby rubacuori”, al secolo Karima El Mahroug, la ragazza di origini marocchine che il 27 maggio 2010 viene arrestata dalla polizia e condotta alla Questura di Milano per un furto denunciato da una sua coinquilina, rilasciata subito dopo grazie ad una telefonata dell’allora presidente del Consiglio che la qualifica come la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak.

La ragazza viene poi affidata alla consigliera lombarda Nicole Minetti, dando il via allo scandalo mediatico del “bunga bunga”, le cosiddette “cene eleganti” nella residenza di Berlusconi di Villa San Martino ad Arcore che coinvolgono tante giovani e giovanissime ragazze.

Di legami con Mubarak, Ruby infatti non ne ha. In compenso, ne ha con Berlusconi, così come le tante ragazze che frequentano il giro di feste “piccanti” ad Arcore e che hanno portato il Cavaliere ad essere imputato anche per le presunte tangenti pagate a diverse di loro, per tenerle nascoste.

Ma, oltre agli scandali hard, ci sono anche vicende giudiziarie di altra natura. Il 1º agosto 2013, Berlusconi viene, infatti, condannato in via definitiva dalla Cassazione per frode fiscale nel processo Mediaset: deve scontare la pena con l’affidamento ai servizi sociali per un anno in una casa di riposo per anziani.

La riabilitazione definitiva della sua figura arriva quando, alla scadenza del primo mandato di Sergio Mattarella, nel gennaio del 2022, i partiti di centrodestra lanciano la sua candidatura come Presidente della Repubblica. La tempesta politica e mediatica che la proposta scatena spinge lo stesso Berlusconi a rinunciare alla candidatura, ma nel settembre del 2022 viene eletto nuovamente senatore, entrando con la sua Forza Italia nella compagine di governo, ma senza incarichi diretti.

Un uomo avvolto ancora da molti misteri, ma sicuramente un uomo che a questo paese ha dato tanto non mollando mai e credendo fino alla fine ai propri ideali.

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