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GOVERNO MELONI DEF NON APPROVATO TUTTO DA RIFARE

Il Governo Meloni ieri è andato sotto alla Camera non riuscendo così ad approvare la relazione del governo sul DEF, questo e avvenuto per diverse motivazioni mandando in tilt la maggioranza proprio mentre cresce l’attesa da Bruxelles.

“Capisco l’euforia dell’opposizione“, ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che ha lasciato Montecitorio decisamente scuro in volto, mentre dall’opposizione piovevano applausi.

Nulla può la Presidente del Consiglio Meloni  in missione a Londra  se non ammettere il brutto scivolone

“Nessun problema politico”, dice ma ammette: “Una brutta figura”, per un “eccesso di sicurezza“, il pensiero di Meloni, secondo cui “tutti vanno richiamati alle loro responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore, e concentrare l’attenzione sui parlamentari in missione, su chi ha un doppio incarico”. Dopo questo incidente vuole “organizzare meglio tutta la filiera”, serve più comunicazione “tra di noi, con i capi delegazione, con i capigruppo, perché tutti devono essere coinvolti. Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando”.

Le opposizioni non perdono cosi l’occasione per replicare Che sia “sciatteria” o la “prova conclamata delle divisioni della maggioranza“, si “dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza”, l’attacco della segretaria Pd Schlein. “Impreparazione e irresponsabilità politica”, dicono dal Terzo polo. “Il frutto di questa incapacità lo pagheremo noi”, avverte Giuseppe Conte, mentre il centrodestra corre ai ripari.

 Oggi pronti ad un nuovo voto in Aula della Camera voterà la nuova Relazione al Parlamento con la richiesta di un ulteriore indebitamento  intorno alle 11,30 (discussione generale prevista dalle 9 e le relative dichiarazioni di voto dalle 10). E’ richiesta la maggioranza assoluta. L’Assemblea procederà quindi al voto delle risoluzioni al Def, di maggioranza e opposizioni, e al voto di sei componenti dei consiglio di presidenza delle magistrature speciali. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

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