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AFRICA SENZA CIBO A RISCHIO LA VITA DI MILIONI DI PERSONE

L’inflazione alimentare nei paesi dell’Africa orientale, dove decine di milioni di persone sono coinvolte in una allarmante crisi della fame, è aumentata notevolmente, raggiungendo uno dato altissimo il 44% in Etiopia, quasi cinque volte la media globale.  

Si stima che una persona muoia ogni 48 secondi solo in Etiopia, Kenya e Somalia, dove la peggiore siccità degli ultimi decenni, immediato l’appello delle Nazioni Unite si chiedono almeno 6,2 miliardi di dollari per l’Africa orientale per riuscire ad arginare questo problema L’appello è attualmente miseramente finanziato con appena il 16%.

 Dalle ultime analisi “Una quantità mostruosa di ricchezza viene catturata ai vertici delle nostre catene di approvvigionamento alimentare globali, mentre l’aumento dei prezzi alimentari contribuisce a una catastrofe crescente che sta lasciando milioni di persone incapaci di nutrire sé stesse e i propri famiglie. I leader mondiali stanno diventando sonnambuli verso un disastro umanitario”. 

“Questo sistema alimentare globale fondamentalmente rotto – uno sfruttamento, estrattivo, scarsamente regolamentato e in gran parte nelle mani delle grandi aziende agroalimentari – sta diventando insostenibile per le persone e il pianeta e sta spingendo milioni di persone nell’Africa orientale e nel mondo alla fame”. 

Le persone in Africa orientale spendono fino al 60% del loro reddito per il cibo e la regione fa troppo affidamento sugli alimenti di base importati. Ad esempio, cibo e bevande rappresentano il 54% del CPI in Etiopia, rispetto a solo l’11,6% nel Regno Unito. Mentre molte persone nei paesi ricchi stanno lottando con l’aumento dei prezzi al consumo, le loro controparti nei paesi dell’Africa orientale stanno affrontando la fame e l’indigenza. 

“Per aiutare quei paesi a far fronte all’aumento dei prezzi alimentari e alla crisi della fame, le nazioni ricche devono cancellare immediatamente il debito di quei paesi – che è raddoppiato nell’ultimo decennio – per consentire loro di liberare risorse per far fronte alla fame alle stelle e per importare cereali necessari. Questi soldi possono e devono essere facilmente recuperati tassando gli ultra ricchi”.  

Per porre fine alle cause profonde della fame, i governi devono regolamentare meglio i mercati alimentari e garantire regole commerciali internazionali più flessibili a favore dei consumatori, dei lavoratori.

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