A costo della vita, nuovi dimostranti stanno arrivando da tutto il Paese nella città simbolo della rivolta per protestare armati solo della bandiera colombiana contro le truppe delle forze dell’ordine.
Oltre 40 vittime tra cui 2 adolescenti, uno dei quali, l’ormai tristemente famoso 21enne Nicolas Guerrero, praticamente morto in diretta dinanzi alla videocamera di un testimone.
Circa 390 i “desaparecidos” per cui si teme il peggio, dopo che si sono ritrovati due cadaveri nel Rio Cauca nei pressi di Cali, la città colombiana che è l’epicentro delle proteste; testimonianze di persone catturate durante le proteste che riferiscono di torture e oltraggi subite dalle forze dell’ordine.
Questo il tragico bilancio dei primi 9 giorni di protesta e di scioperi a carico della popolazione colombiana scesa nelle strade all’indomani del 28 aprile 2021 in seguito alla decisione del governo di Ivan Duque di varare una riforma tributaria in piena pandemia (la Colombia – che conta circa 51 milioni di abitanti, 8 in meno dell’Italia – fa registrare ancora 16.000 casi di nuovi contagi al giorno con circa 400 morti) che prevede l’aumento dell’IVA, l’imposta che, agendo sui prezzi dei beni di consumo, colpisce in modo indiscriminato tutta la popolazione ma che, agendo sul costo della vita, ha effetti più gravi proprio per quella parte della società che ha meno potere di acquisto. Cioè, dopo 1 anno di lockdown, la maggioranza della popolazione.
In più la riforma proposta il 28 aprile prevede che sia allargata la base dei contribuenti, includendo nell’obbligo di pagare le tasse dal 2022 in poi una larga fascia di popolazione che fino ad ora non le pagava.
Nonostante il governo abbia ritirato la legge, chiedendo di aprire una trattativa di dialogo prima del 10 di maggio, nuovo giorni di sciopero, le proteste non si sono fermate, fomentate dalla violenza repressiva nei confronti dei manifestanti che hanno fatto passare in secondo piano la causa originaria.
Tutto il mondo dei social nel frattempo è invaso in diretta da foto e filmati che hanno provocato una reazione a livello globale. Si sono fatte sentire le numerose celebrity del mondo musicale – come Shakira e Maluma e del mondo calcistico come Radamel Falcao hanno denunciato le aggressioni contro le proteste pacifiche.
Nel nostro Paese, la deputata del Pd Laura Boldrini, presidente del Comitato per i diritti umani nel mondo, ha presentato una interrogazione a Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, per sapere se l’Italia diplomatica ha intenzione di attivarsi in difesa dei diritti umani. Nel frattempo, solo il cordone umanitario garantito dalla Chiesa, riesce ad assicurare cibo e medicine alla zona teatro delle aggressioni – mentre negli ospedali già allo stremo per fronteggiare l’emergenza Covid, inizia a mancare medicine e l’ossigeno per tutti.