Mettetevi nei panni degli altri: nasce a Milano la prima Fondazione Empatia d’Italia, lo Studio Bozzetto la disegna
Si occuperà di progetti di inclusione, integrazione, sensibilizzazione. In autunno i primi appuntamenti.
Se negli ultimi anni la parola più di tendenza è stata “resilienza”, preparatevi a una piccola rivoluzione lessicale per il prossimo futuro: la parola sarà certamente “empatia”.
Una parola relativamente nuova, nata a fine Ottocento, anche se la sua origine etimologica è greca e da sola spiega tutto: sentire-dentro. Empatia è infatti la capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, che si tratti di gioia o di dolore. Sentire l’altrui dentro di sé, mettersi nei panni dell’altro.
Intorno a questa idea, che abbraccia tutti i campi del privato e del sociale, si svilupperà l’attività di FEM, Fondazione Empatia Milano. E non poteva che accadere in una città capace di precorrere tendenze e modelli sociali. C’è solo un’altra realtà simile in Europa: è l’Empathy Museum a Londra.
Oggi il progetto della Fondazione è stato presentato a Palazzo Marino.
“Con questo progetto facciamo una grande scommessa – ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino -. Viviamo ogni giorno il corpo a corpo tra precarietà e risposte al bisogno e questo ci pone domande nuove. Questa Fondazione è una opportunità per farcela. Dalle biografie di chi compone il comitato etico si comprende quale sia l’orientamento e quale la forza di questo progetto che unisce ciò che è già vicendevolmente partecipato, ovvero cultura e pratica sociale, arte e bellezza come cura e restituzione nel sociale. La fragilità non è da eliminare ma da includere e far propria”.