Corruzione, falsa testimonianza e appropriazione indebita. Queste le accuse che hanno portato all’arresto del vice presidente di Samsung Lee Jae-yong , erede designato del primo produttore globale di smartphone, un impero industriale da oltre 80 miliardi di dollari, secondo solo ad Apple e Google. Le manette sono scattate nell’ambito della maxi-inchiesta che ha portato alla destituzione della presidente della Corea del Sud, Park Geun-Hye. Secondo i giudici c’era il rischio che Lee potesse occultare, o distruggere prove importanti, essenziali per ricostruire lo scandalo politico che ha coinvolto Park, il primo presidente donna del Paese asiatico, una vicenda complessa, a base di tangenti e intrighi politici, dove Samsung gioca un ruolo importante, insieme ad altri ‘chaebol’, le grandi conglomerate a conduzione familiare che controllano, in maniera non sempre trasparente, gran parte dell’economia sudcoreana, accusato di aver versato tangenti,a un personaggio con identiata’ ignota,al momento,il lavoro era di convincre compagnie ed estorcere denaro a compagnie sudcoreane, milioni di dollari versati a fondazioni private,tutto questo a portato alle dimissioni, della presidente.Il valore della cifra versata da Samsung si aggira circa sui 30 milioni di dollari.Una vicenda intrigata, di tangenti e politica corrotta, il boom di ora a scatenato una tempesta mediatica, di proporzioni grandiose,ma ancora c’e’ molta luce da fare in questa vicenda.