FISCO & FAMIGLIA

FISCO & FAMIGLIA ASSEGNO PER IL NUCLEO FAMILIARE E MODELLO 730

L’assegno per il nucleo familiare è previsto per aiutare le famiglie dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati e dei pensionati da lavoro dipendente, i cui nuclei familiari sono composti da più persone e i cui redditi sono al di sotto delle fasce di reddito massime stabilite dalla legge. L’Assegno per il Nucleo Familiare è pagato ai lavoratori dipendenti in attività dal datore di lavoro, assieme alla normale retribuzione. Poi, il datore di lavoro chiede all’Inps il rimborso delle somme versate ai dipendenti per gli assegni familiari.

Se una persona è disoccupata ed ha diritto all’Assegno per il Nucleo Familiare, lo paga direttamente l’Inps. La stessa cosa avviene per i pensionati, ex lavoratori dipendenti, che ricevono gli assegni familiari insieme alla rata della pensione. Vediamo meglio come funziona e come ottenerli.

A chi spetta:

Gli assegni familiari spettano ai lavoratori dipendenti in attività, ai disoccupati indennizzati, ai lavoratori cassaintegrati, ai lavoratori in mobilità, ai lavoratori in malattia o in maternità e ai pensionati ex lavoratori dipendenti. Spettano anche ai lavoratori con contratto a termine.
Per averne diritto è necessario che il reddito familiare non superi determinati limiti, stabiliti ogni anno dalla legge; è costituito da quello del richiedente e di tutte le persone che compongono il nucleo familiare, prodotto nell’anno solare precedente; decorre dal primo luglio di ogni anno ed ha valore fino al 30 giugno dell’anno successivo.

Redditi:

Ai fini del diritto all’assegno si considera la somma dei redditi complessivi assoggettati all’Irpef di tutti i componenti, compresa la casa di abitazione, gli assegni periodici corrisposti dal coniuge separato o divorziato, i redditi i redditi esenti da imposta, e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o imposta sostitutiva, (ad esempio, le borse di studio, la pensione e l’assegno sociale, indennità per ciechi, sordomuti, invalidi civili, Interessi dei depositi e dei c/c bancari e postali,interessi di Cct, Bot  e i proventi da investimento). Rientrano tra i redditi soggetti ad imposta sostitutiva e pertanto vanno computati nel reddito familiare i  premi alla produttività solo qualora il loro ammontare superi complessivamente il limite di 1.032,91 euro al lordo delle ritenute, riferito all’intero nucleo. In caso di perdite d’esercizio derivanti dalla partecipazione ad una società di persone in contabilità ordinaria o semplificata è possibile detrarre, ai fini dell’assegno per il nucleo familiare, dal reddito di lavoro dipendente di uno dei componenti il nucleo le perdite di esercizio derivanti dalla sua partecipazione ad imprese in contabilità semplificata, ma non quelle provenienti da imprese in contabilità ordinaria. 

Invece non si computano

Il trattamento di fine rapporto, i trattamenti di famiglia, le rendite vitalizie erogate dall’Inail, le pensioni di guerra, le pensioni tabellari ai militari di leva vittime di infortunio, le indennità di accompagnamento, le indennità di trasferta, l’assegno di mantenimento dei figli.  

Dichiarazione del reddito del nucleo familiare

Il soggetto interessato deve consegnare al proprio datore di lavoro una specifica domanda utilizzando l’apposito mod. ANF/DIP contenente una specifica sezione denominata “Redditi conseguiti dal richiedente e dai componenti il nucleo familiare”. Fanno parte del nucleo familiare: il coniuge anche se non convivente, i figli minorenni, i figli maggiorenni inabili, fratelli sorelle e nipoti inabili e familiari residenti all’estero di cittadino straniero (solo se esiste un rapporto di reciprocità con lo Stato di provenienza o sia stata stipulata una convenzione in materia di ANF).
Per i nuclei familiari numerosi, composti cioè da almeno 4 figli o equiparati di età inferiore a 26 anni, si avrà diritto all’assegno al nucleo familiare oltre che per i figli minori anche per i maggiori di anni 18 (compiuti) ed inferiore a 21 anni purché studenti o apprendisti.

Incidenza in percentuale del reddito da lavoro dipendente

L’assegno per il nucleo familiare non spetta se la somma dei redditi da lavoro dipendente e/o assimilati, da pensione o da altra prestazione previdenziale derivante da lavoro dipendente è inferiore al 70% del reddito familiare complessivo. In sintesi per avere il diritto a percepire gli assegni familiari almeno il 70% del reddito totale del nucleo familiare deve provenire da lavoro dipendente.

Chi paga:

Ai lavoratori in attività l’assegno viene pagato dal datore di lavoro in occasione del pagamento della retribuzione. Il datore di lavoro chiede poi all’Inps il rimborso delle somme pagate. Per colf, operai agricoli dipendenti, disoccupati ecc., l’assegno viene pagato direttamente dall’Inps.
Ai pensionati l’assegno viene pagato direttamente dall’Inps insieme alla rata di pensione.

L’autorizzazione dell’Inps

In generale, il datore di lavoro corrisponde l’assegno al nucleo familiare al dipendente che ne fa richiesta e che dimostra di averne diritto. Però in alcuni casi particolari la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare è subordinata ad una preventiva autorizzazione da parte dell’Inps, da richiedere esclusivamente per via telematica con il mod. ANF42 (l’autorizzazione è necessaria ad esempio in caso di figli di divorziati o separati legalmente o del coniuge già divorziato, figli dell’altro coniuge nati da precedente matrimonio sciolto per divorzio, fratelli, sorelle e nipoti, soggetti maggiorenni inabili, o per i nipoti intesi come i figli dei figli se i genitori sono senza redditi).- 

ANF per i lavoratori domestici:

I lavoratori domestici hanno diritto alla corresponsione dell’ assegno per il nucleo familiare, ma a differenza dei lavoratori subordinati il pagamento non avviene da parte del datore di lavoro, bensì direttamente dall’Inps. La richiesta va quindi effettuata direttamente all’Inps via internet, tramite accesso alla propria area riservata sul portale www.inps.it o tramite patronato.

L’ assegno per il nucleo familiare è pagato direttamente dall’Inps con due rate semestrali posticipate secondo la modalità scelta dall’interessato nel modello di domanda (bonifico presso l’Ufficio Postale, accredito sul conto corrente bancario o postale).

La misura dell’assegno varia oltre che in base al reddito lordo complessivo e al numero dei componenti il nucleo familiare anche in base alle ore di lavoro:

Ai lavoratori domestici spettano tanti assegni giornalieri quanti ne risultano dal quoziente che si ottiene dividendo per quattro il numero delle ore di lavoro risultanti dalla contribuzione complessivamente versata o dovuta nel trimestre, da uno o più datori di lavoro, e per un massimo di sei assegni giornalieri per ogni settimana.- 

Gli arretrati

E’ possibile sempre chiedere gli arretrati degli assegni familiari spettanti ma non percepiti ma è bene precisare che essi vanno richiesti entro 5 anni e un mese dal pagamento non effettuato.

Massimiliano Casto

Come sistemare o rettificare il modello 730

Molto spesso accade che, dopo avere presentato il modello 730, ci accorgiamo di aver commesso degli errori nella sua compilazione o che comunque sono presenti errori nell’indicazione degli importi. A tal proposito, il nostro sistema fiscale prevede che quando si riscontrano errori di compilazione o di calcolo, è possibile rivolgersi a chi ha prestato l’assistenza per correggerli senza incorrere nei rigori della legge ed evitare accertamenti e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate In questi casi è necessario compilare il modello 730 rettificativo.

Quando il modello è stato compilato in modo corretto, ma il contribuente si è accorto di aver dimenticato di esporre degli oneri deducibili o detraibili, c’è la possibilità di:

  • presentare entro il 25 ottobre un modello 730 integrativo. Il modello 730 integrativo deve essere presentato a un intermediario (Caf, professionista), anche se il modello precedente era stato presentato al datore di lavoro o all’ente pensionistico.

  • presentare, in alternativa, un modello Unico Persone fisiche entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta successivo.

Se, invece, il contribuente si è accorto di aver dimenticato di dichiarare dei redditi oppure ha indicato oneri deducibili o detraibili in misura superiore a quella spettante, deve presentare obbligatoriamente un modello Unico Persone fisiche e pagare direttamente le somme dovute, compresa la differenza rispetto all’importo del credito risultante dal modello 730, che verrà comunque rimborsato dal sostituto d’imposta.

Vediamo meglio cosa fare:

Il 730 Integrativo

Il modello 730 integrativo riguarda in particolare la mancata o erronea dichiarazione di elementi che possono essere le spese da detrarre o dedurre, ed in genere tutti i dati che possono far cambiare l’imposta da versare o da recuperare. La sua scadenza per il 2015 è fissata per il 25 ottobre. Per la sua presentazione bisogna rivolgersi ad un Caf o professionista anche se il 730 originariamente inviato era stato fatto usando altri canali di trasmissione.

Il 730 rettificativo

Questo 730 si usa nel caso in cui gli errori ne modello già inviato non siano dovuti dal contribuente, ma dal soggetto che ha prestato assistenza fiscale. Il Contribuente quindi deve recarsi dal Caf o da chi per lui ha presentato e sbagliato il modello e chiedere la rettifica. Il professionista redigerà un nuovo 730 indicandolo come rettificativo. La sua scadenza è fissata per il 10 novembre.

Massimiliano Casto

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